giovedì 22 ottobre 2009

Non solo un buon programma, servono regole e rinnovamento

In vista delle prossime elezioni comunali, si può pensare una politica diversa? Una politica che incida in modo innovativo,credibile, autorevole?
In questi mesi con un gruppo di persone che hanno sottoscritto il programma “Venezia metropoli sostenibile”, abbiamo provato ad immaginare i giorni che ci avvicinano alle elezioni  per il Comune di Venezia. Quali processi avviare per partecipare idee e coinvolgere i cittadini sempre più stanchi di questi partiti, quale comunicazione usare, quali occasioni di incontro e confronto attivare.
Ne è nato un testo non povero, dove le parole e i concetti non sono gusci vuoti destinati a non lasciare alcun segno, ma  capace di delineare “una nuova, forte, idea di città” all’altezza delle sfide metropolitane. Con questo programma e con la decisione di partecipare alle primarie con un proprio candidato sindaco e una propria lista, si vuole interpretare e sperimentare il senso di rinnovamento della politica locale. Mi piace  immaginare questo tempo come l’inizio di un’altra storia.
Un ciclo si è concluso e c’è la necessità di mettere in campo nuove idee, nuovi volti, nuovi strumenti e rinnovate forme di democrazia per affrontare il futuro.
Nel centrosinistra molti fili si sono aggrovigliati tra loro. Il filo di una debolezza e stanchezza nell’azione amministrativa, il filo di una vecchia e nefasta cultura della conservazione che è dura a morire, il filo di una recente sconfitta elettorale alle provinciali,  il filo di un ricambio generazionale di donne e uomini competenti, convinti della necessità di modernizzare profondamente la città.
“Venezia metropoli sostenibile” è perciò una iniziativa da sostenere se essa saprà sciogliere questo intreccio e innestare nella politica veneziana requisiti decisivi.
C’è un buon programma, ma i programmi si possono logorare e le parole perdere senso quando non è chiaro il senso dell’azione.
Perciò, solo se al centro della scommessa sapremo attivare un vero confronto con i cittadini e se sapremo far emergere quella dimensione civica, portatrice di uno scatto di energia nuova, fertile e dinamica, il profumo del cambiamento in questa città sarà percepito. “I partiti politici, la cui importanza è fondamentale per la vita democratica, smettano di identificarsi con il momento e i luoghi dell’amministrazione e di occupare in quanto partiti, tutti gli spazi della “cosa pubblica”. Questo è scritto nell’introduzione al programma. Ed è per questo che immagino un percorso delle persone e delle associazioni, in cui tutti siano protagonisti e nessuno spettatore. Più senso civico e più virtù civiche sono gli alleati che dobbiamo conquistare.  Perché è ormai evidente che occorre avviare un profondo processo di rinnovamento della classe politica, in termini generazionali e culturali. Non è più il tempo di replicare il già visto. Ma solo di innovare profondamente.
Se dunque riusciremo a trasmettere un nuovo “stile di governo”, proponendo una squadra e un candidato sindaco competenti, fortemente orientati al cambiamento, alla modernizzazione, innamorati del bene comune e con una disinteressata passione per le sorti della città, senza conflitti d’interesse, “Venezia metropoli sostenibile” avrà successo. Diversamente, sarà uno strumento per marcare equilibri di forza tutti rivolti all’interno dei partiti. E questo ai cittadini elettori interessa sempre meno.


Sandro Bergantin
Venezia Metropoli Sostenibile

giovedì 8 ottobre 2009

Green economy e Porto Marghera

E' stato presentato ieri sera al Centro Culturale Candiani a Mestre il rapporto della Fondazione Pellicani su green economy e Porto Marghera, dove è emerso come la sostenibilità sia l'unica chiave - vera e imprescindibile - per lo sviluppo e l'innovazione della nostra città e della nostra economia. Potete scaricare il rapporto completo in pdf cliccando qui. Buona lettura.

martedì 6 ottobre 2009

Olimpiadi: una straordinaria opportunità


E’ evidente come un avvenimento di questa portata, oggi sicuramente il fenomeno mediatico-sportivo più importante del pianeta, non possa essere né sottovalutato né preso sotto gamba.
Chi può dirsi contrario alle Olimpiadi? Chi non è capace di vedere le opportunità che un avvenimento di questa portata è in grado di offrire? Potrebbe persino sembrare troppo banale.
Dobbiamo però essere molto chiari e trasparenti fin dalle battute iniziali di questa discussione.
Già il solo annuncio del desiderio di organizzare le Olimpiadi certamente non è “neutro” rispetto ai diversi aspetti coinvolti.
Innanzitutto il grande spazio offerto dai media; quelli locali danno fiato a tutte le istanze locali e localistiche, alcune davvero improbabili, altre decisamente meno abborracciate.
La sarabanda serve ad agitare il dibattito, a riempire le pagine, spesso con scarsa capacità dei partecipanti ad approfondire, anche solo sul piano tecnico-sportivo.
Poi l’imprenditoria veneta che vede giustamente un’ottima occasione per muovere l’economia della Regione.
Le voglie dei politici raggiungono invece il parossismo; sapendo che il Governo e il CONI, uniche istanze deputate a decidere sulla candidatura italiana, sceglieranno probabilmente dopo le prossime scadenze amministrative del 2010, si stanno scatenando a fare le avance più smisurate, le promesse realizzative più improbabili.
Siamo in campagna elettorale, non costa niente e se poi qualcuno deciderà per Roma, almeno ci saremo fatti conoscere e potremmo ancora fare un po’ di can-can sul perché e sul percome ancora una volta questo tanto bistrattato Veneto sarà stato lasciato fuori dalla porta!
Vorrei far notare a margine di tutto questo bailamme come ci siano alcune cose fra quelle dette, ma soprattutto fra quelle non dette, che stridono con la realtà.
Qualcuno si vanta del fatto che la decisone sia stata tenuta segreta e che questo sia stato un successo assoluto: complimenti al monarca!
Siamo o non siamo in “democrazia” dove la regola vorrebbe che decisioni di questa natura che coinvolgono il territorio, l’economia, le infrastrutture, la comunità sociale, fossero prese alla luce del sole, affrontando la discussione nelle istanze deputate (Consigli Regionale Provinciali e Comunali)?
O magari questa è diventata anche l’occasione per disegnare nuove e creative alleanze politiche per il prossimo futuro: hai visto mai?
Questo Veneto che non è capace di decidere sulla stazione vicentina della TAV e tiene bloccato lo sviluppo del “mitico” corridoio 5 - unire l’Europa da ovest verso est, passando per Venezia - la cui impiantistica sportiva non è mai stata selezionata, sul piano qualitativo, per essere inserita in nessun avvenimento a livello internazionale che si è svolto o si sarebbe dovuto svolgere in Italia, vuole ovviamente affrontare quest’avventura per dotarsi delle infrastrutture necessarie.
Sono ben 33 gli impianti a destinazione olimpica che dovrebbero essere realizzati.
Data la complessità della materia qualcuno sta forse pensando ad istituire l’ennesimo commissariamento: il Commissario alle Olimpiadi, come si è fatto per il Passante?
Si dovrebbe però tener conto del fatto che  il problema poi è la gestione di queste mega-strutture.
Persino a Pechino lo straordinario stadio “Nido d’uccello” oggi si prepara a chiudere le porte per sempre. Il grande stadio olimpico si trasforma in centro commerciale perché i suoi costi di gestione sono troppo elevati con un bacino di utenza di 30 milioni di abitanti (metà della popolazione italiana).
Olimpiadi diffuse nel Veneto, ma poi ciascuno a tirare l’acqua al suo mulino, al suo impiantino, per dire la verità.
Senza sapere che uno dei pochi “valori” su cui si basa ancora oggi “lo spirito olimpico” è l’unitarietà del Villaggio Olimpico: gli atleti sempre e comunque a vivere l’esperienza tutti assieme. Uno dei parametri maggiormente tenuti in considerazione dal CIO per la designazione delle candidature.
Alla fine credo che sia necessario che la Politica veneta in modo bi-partisan chieda prima di tutto al Governo e al CONI di sciogliere il nodo della candidatura presto, molto presto; sicuramente prima della scadenza amministrativa del prossimo anno.
In modo da sgombrare il campo da ogni furbizia e da ogni speculazione e anche per evitare di spendere inutilmente qualche “palanca”: perché non c’è nessun dubbio che per mantenere alto il tono del confronto si spenderanno dei soldi, se non altro per commissionare qualche studio preliminare, per pagare qualche consulenza, per fare un po’ di lobbing, per comunicare e attivare qualche iniziativa di marketing.
Solo a bocce ferme si potranno fare bene le valutazioni, si potranno formulare piani certi e si potrà entrare nel merito delle questioni. Una su tutte: la sostenibilità di questo progetto deve essere una sostenibilità a 360°.
Attraverso una programmazione seria dove sia possibile inserire lo sport in una chiave strategica, come elemento chiave per lo sviluppo della Città diffusa, con l’obiettivo di progettare un percorso in ambito di sport e infrastrutture  che possa portare alle Olimpiadi passando per un piano di eventi internazionali a partire da dopo il 2016. I principali eventi fino a quella data sono già assegnati.
Sarebbe l’occasione per consolidare un ruolo della Città, del Veneto, di altissimo livello, propositivo, con i piedi per terra, efficace.
Copiando da Roma che aveva previsto un piano strategico di grandi eventi sportivi internazionali, iniziato da Veltroni e ripreso e condiviso da Alemanno, dove si sono svolti:
-Mondiali nuoto 2009
-Mondiali baseball
-Finale champions 2009
-Campionati europei hockey su prato 2009


Lì si terranno i:
-Mondiali volley maschili 2010
-Mondiali beach volley 2011


La Capitale si candida per:
-Mondiali volley 2014 femminile

-Europei calcio 2016
e Roma possiede già o sono in fase avanzata di costruzione circa 20 di quei 33 impianti a dimensione Olimpica.

Se si aggiunge che si è già candidata per le Olimpiadi del 2008, senza peraltro ottenerne l’assegnazione, e che proprio per preparare quella candidatura ha elaborato un dossier olimpico completo in tutti i suoi aspetti, si può pensare che in questo caso le referenze o meglio gli assets siano un valore e non un impiccio.
Solo per dire come sia necessario avere una visione a lunga gittata, e non agitare una mossa propagandistico-elettoralistica.

Franco Vianello Moro
Venezia Metropoli Sostenibile

7 Settembre 2009


lunedì 5 ottobre 2009

Programma "Venezia Metropoli Sostenibile"

Il testo del programma "Venezia Metropoli Sostenibile".
Si tratta della versione breve di 20 pagine.
Per leggere e/o scaricare il testo fare doppio clic qui o sul titolo del post.



domenica 4 ottobre 2009

Premessa al Programma "Venezia Metropoli Sostenibile"


In questi anni, anche a Venezia, si è assistito a una perdita delle caratteristiche originarie e migliori della politica, il suo essere lo strumento principale di rappresentanza e di governo della polis, del bene comune, e, di conseguenza, si è prodotto un logoramento della partecipazione democratica, un progressivo slittamento delle decisioni di interesse pubblico verso luoghi separati e autocratici, veri e propri centri di potere privi di controllo e di possibilità di revoca, in cui prevalgono gli interessi privati rispetto a quelli della comunità, una situazione che configura ormai anche nella nostra città, come più in generale in tutto il Paese (e, per certi versi, sulla stessa scena globale, planetaria), uno stato di emergenza democratica.


Il nuovo governo della città, appoggiandosi a quanto di meglio è stato fatto in questi anni e consapevole del molto che c’è ancora da fare, dei gravi problemi aperti e della durezza del contesto locale, nazionale e internazionale nel quale ci troviamo, dovrà essere espressione di un programma che delinei una nuova, forte, condivisa idea di città. La proposta che presentiamo intende rispondere a queste necessità, indicando con chiarezza come reperire e come impiegare le risorse materiali, immateriali e le competenze necessarie a questa sfida.


Innanzitutto, però, vogliamo dire che è indispensabile che la città e la comunità ritrovino un vero e proprio city pride, quell’orgoglio cittadino che è proprio delle grandi città del mondo, un sentimento comune, unificante e vitale, capace di spingere verso grandi obiettivi, di crescita non solo economica ma sociale e culturale. Competenze e  talenti, di cui la città è ricca, vanno riportati in primo piano, così come la determinazione a fare, la ricerca, culturalmente orientata, di uno sviluppo improntato alla piena e consapevole sostenibilità ambientale, sociale, economica. E’ uno sforzo che non può non essere comune: bisogna, perciò, ridare la parola ai cittadini mettendoli in grado di conoscere e di decidere.


Il punto di partenza della nostra proposta riguarda il giudizio sul recente passato e sul presente  della città e in particolare sul ciclo programmatico e amministrativo che, dopo aver positivamente trasformato Venezia negli ultimi quindici anni, si va ormai esaurendo.
Esso potrà ancora per molto tempo continuare a produrre azioni positive, ma non è più in grado di interpretare e dare risposte alle nuove sfide che la città si trova davanti. 
Nei primi anni novanta, nel cuore di una crisi da molti ritenuta irreversibile, è stato messo in campo un progetto di rilancio fondato su una nuova idea di città che ha fornito a Venezia gli strumenti necessari per affrontare l’inizio del nuovo millennio.
Questo progetto partiva dalla consapevolezza che Venezia avrebbe dovuto giocare un nuovo ruolo, attivo e non passivo, nel contesto della realtà nazionale e internazionale e a questo scopo doveva attrezzarsi con un nuovo disegno urbano, un nuovo sistema di funzioni produttive e di servizio, nuovi assetti istituzionali, nell’ambito di equilibri socialmente e ambientalmente sostenibili.
In questi quindici anni molto è stato realizzato. Venezia e Mestre sono state radicalmente trasformate. Garantendo la tenuta della compagine sociale e degli equilibri ambientali, le diverse realtà della città hanno ritrovato le motivazioni per restare assieme e considerarsi parte di un’unica grande esperienza urbana e civica, di un’originale vicenda metropolitana. 
E’ con orgoglio e decisione che le forze che hanno governato la cittàpossono rivendicare questi risultati. 
Al tempo stesso, è necessario accettare la realtà dell’esaurirsi di un ciclo e della necessità di mettere in campo nuove idee, nuovi strumenti e rinnovate forme di democrazia per affrontare le nuove sfide.
Da un lato, le potenzialità della città per migliorare le proprie capacità competitive nel mondo globale garantendosi maggiori e migliori opportunità di vita e di lavoro sono state solo in parte sviluppate. 
Dall’altro, diversi e cruciali problemi, dalla domanda di abitazioni a prezzo accessibile, a quelli della mobilità, dell’adeguata e completa diffusione dei servizi alle persone e alle imprese, della creazione di opportunità di lavoro qualificato, della compatibilità con la vita quotidiana della crescente pressione turistica, della conservazione e del miglioramento della qualità dell’ambiente naturale e costruito, sono ancora irrisolti. 


Non siamo all’anno zero, non si naviga nel vuoto, neppure a proposito di tali questioni, ma per affrontarli adeguatamente, pur nella continuità con il meglio prodotto in questi anni, occorre oggi operare una forte innovazione politica e programmatica.
Il PRG, che delinea una strategia degli assetti urbani di lungo respiro e il Piano Strategico, che delinea una visione della città che è stata condivisa da tutti i principali soggetti che in essa operano, rappresentano le basi solide da cui partire.
Tra le politiche e le azioni di carattere socio-economico già comprese nelle linee del Piano Strategico, particolare rilevanza ha il riassetto dei servizi sociali impostato nella prima Giunta Cacciari, poi consolidato senza soluzione di continuità e che pone il Comune di Venezia all’avanguardia dei servizi offerti ai cittadiniavendo sviluppato un sistema di welfare urbano capace di soddisfare bisogni diversificati e tipici di una realtà complessa. Dalle forme di tutela necessarie per i soggetti più deboli alla promozione dell’autonomia e della vita indipendente per tutti, dall’integrazione reciproca tra le diverse componenti (promuovendo la convivenza e la conoscenza: gli anni di questa esperienza sono quelli in cui più forte e per certi versi sconvolgente dei vecchi equilibri è stato il flusso immigratorio) all’impegno strenuo sui fronti più difficili delle nuove marginalità e sul terreno della sicurezza, senza temere di confrontarsi duramente con chi la insidia, coordinando l’azione sociale con il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, secondo un modello che ha fatto scuola e che è stato ed è punto di riferimento su scala nazionale ed europea. Questo modello di welfare urbano, inoltre, ha fatto del lavoro sociale un’occasione di occupazione significativa e rilevante, promuovendo la partecipazione al sistema di welfare di migliaia di occupati stimolati a svolgere il proprio compito secondo criteri di qualità (per l’utente e per il lavoratore) e in un avanzato contesto di garanzie, che andranno consolidati.
Tuttavia questi strumenti cardine, per diversi motivi, hanno bisogno di aggiornamenti e modifiche anche profonde, se non altro perché riguardano ciò che è stato elaborato nel passato quando le condizioni della città, per non parlare di quelle internazionali, erano molto diverse: oggi bisogna fare i conti e dare risposte ad un quadro profondamente modificato, anche per effetto di quanto fatto negli ultimi quindici anni.


In questo quadro va affrontata in modo nuovo la questione di Mestre, nel quadro del sistema urbano complesso della terraferma, che diventa strategica per l’intera città. Mestre deve crescere per qualità (ambiente, architettura, forma urbis, funzioni) ma anche in termini di monumentalità e di un sistema di simboli capaci di far fare a tutto l’organismo urbano veneziano un effettivo salto di scala ed assumere anche in termini simbolici una dimensione ed un ruolo metropolitano.

Presentazione del programma "Venezia metropoli sostenibile"

Il Programma "Venezia metropoli sostenibile" è uno strumento aperto al contributo di tutti coloro che lo leggeranno. Nel corso della sua discussione, che avverrà ininterrottamente fino alla vigilia delle elezioni amministrative, potrà avere tutte le integrazioni che verranno ritenute migliorative. Ciò che si chiede di condividere è la sua struttura fondamentale che può essere sintetizzata nelle seguenti proposizioni.



1 - Il Programma si riallaccia alle elaborazioni che sono state alla base dei precedenti quindici anni di amministrazione di centro sinistra a Venezia e che si sono concretizzate in una azione amministrativa che ha avuto tra i suoi successi il profondo rinnovamento della struttura edilizia e urbanistica del territorio comunale, l’attivazione o la riattivazione del sistema delle strutture culturali pubbliche, importanti azioni di tutela e di recupero ambientale, politiche sistematiche e innovative di integrazione e di sostenibilità sociale.




Esso tuttavia prende altresì atto di alcuni limiti nell’attuazione di quel programma soprattutto in ordine alla qualità della vita, all’offerta residenziale, all’articolazione delle opportunità lavorative, alla risoluzione di problemi complessi quali Portomarghera, alla gestione e all’uso della risorsa turistica.

E soprattutto prende atto del fatto che le prospettive con cui la città dovrà confrontarsi nei prossimi cinque dieci anni sono profondamente mutate rispetto a un passato anche recente: basti pensare alla crisi economica mondiale che gli estensori di questo Programma non ritengono un “incidente di percorso” dell’ininterrotto sviluppo capitalistico, ma il segno evidente che i modelli economici e sociali su cui tale sviluppo si è fondato negli ultimi trenta anni debbano essere profondamente modificati, per esempio nel senso di una riconversione ecologica dell’economia o in modelli redistributivi più egualitari, fatto che non può non avere forti ricadute anche nella concezione di un programma per la nostra città.

Questo Programma dunque propone una nuova visione della città, che si appoggia sulle spalle del recente passato per vedere e disegnare un nuovo futuro.


2 - Il programma si articola in quattro sezioni.

La prima affronta le questioni di carattere strategico che dovrebbero consentire a Venezia di conseguire nel medio periodo livelli di qualità generale tali da posizionarla tra le città eccellenti al mondo in termini di qualità della vita, opportunità culturali e lavorative, sostenibilità ambientale e sociale, capacità competitive.

La seconda individua alcuni problemi storicamente irrisolti o solo parzialmente risolti, quali quelli della casa, delle scuole per l’infanzia, della mobilità, e altri, per i quali indica soluzioni radicali, specificando le modalità per risolverli, le risorse e i tempi necessari. Questi problemi attengono alla qualità della vita che si conduce a Venezia e l’intento è che alla fine della prossima tornata amministrativa essi siano definitivamente risolti e dunque la qualità della vita dei veneziani sia, per quegli aspetti, sostanzialmente migliorata. Sulla loro soluzione la nuova amministrazione deve pretendere di essere misurata.

La terza delinea rapidamente i settori e i problemi che vanno affrontati a tutto campo sui quali qualsiasi amministrazione di qualsiasi colore dovrà comunque misurarsi perché fanno parte delle questioni quotidiane che il governo della città deve affrontare; anche se la loro soluzione non è completamente nelle mani dell’Amministrazione. In questa sezione vengono date indicazioni su come si intendono affrontare alcune questioni specifiche che rappresentano dei nodi irrisolti per la città.

La quarta individua le procedure di governance che dovranno essere messe in campo per conseguire gli obiettivi indicati. Ciò comprende anche le riforme profonde nell’organizzazione del “sistema comunale”, che consentano di trovare parte delle risorse necessarie, sia attraverso minori spese che attraverso maggiori efficienze e un diverso rapporto con i cittadini che garantiscano trasparenza e partecipazione democratica alle scelte di governo.


3 - E’ convincimento di chi sottoscrive questo programma che sia necessario modificare profondamente gli assetti di potere che si sono determinati negli ultimi anni e che vedono le decisioni sempre più distanti dai cittadini e sempre più nelle mani di potentati separati, autocratici e sottratti al controllo democratico.

Parte integrante del programma sarà quello di restituire voce ai cittadini in modo non formale, ma sostanziale.

La prima importante conseguenza, che verrà da subito verificata nelle modalità di scelta del futuro sindaco e della futura compagine di governo, è che i partiti politici, la cui importanza è fondamentale per la vita democratica della città e del Paese, ritrovando la propria giusta collocazione nel promuovere il confronto e l’azione politica capace di mobilitare i cittadini a seconda degli obiettivi e degli ideali di ciascun partito, smettano di identificarsi con il momento e i luoghi dell’amministrazione e di occupare in quanto partiti, tutti gli spazi della “cosa pubblica”.

Per questo motivo il programma si presenta come piattaforma elettorale di un vasto gruppo di cittadine e di cittadini che intorno ad esso si qualificano e su questa base si propongono di amministrare la città chiedendo il consenso e l’appoggio di tutte le forze politiche progressiste e di sinistra e l’appoggio di tutti i movimenti e le associazioni democratiche, generali o di categoria, della nostra città che si riconoscono nei suoi contenuti.


4 - Se questo Programma, che si rivolge ai cittadini veneziani, troverà adeguato consenso, esso costituirà la piattaforma su cui chi sarà individuato come garante dei suoi contenuti parteciperà alle procedure individuate, quali le primarie di coalizione, per candidarsi a sindaco di Venezia con una propria lista di riferimento.





Il comitato di redazione del Programma








Venezia, settembre 2009